Alchimie

Questo spazio nasce per migliorare la mia capacità informativa ed allargare gli ambiti delle mie passioni.

Amo l'archeologia, la storia, la poesia e l'informazione in generale.


Sotto i nostri piedi, Modena custodisce un segreto medievale che continua a scorrere silenziosamente.

La città che oggi conosciamo nasconde una fitta rete di antichi canali che per secoli hanno rappresentato le "autostrade" commerciali di Modena. Mercanti e merci viaggiavano su queste vie d'acqua, collegando la città al fiume Po e all'Adriatico.

Tra l'Ottocento e il Novecento, per ragioni di igiene pubblica, questi canali furono gradualmente coperti, trasformando Modena nella città che conosciamo oggi.

Ma c'è una sorpresa: l'acqua continua a scorrere sotto le strade moderne. Quando passeggiamo per Corso Canalgrande, ad esempio, camminiamo proprio sopra l'antico Canal Grande, che scorre ancora, invisibile ma presente.

La prossima volta che camminerete per le strade di Modena, ricordate che sotto i vostri piedi scorre ancora l'eco di un'antica città d'acqua, testimone silenzioso di un passato che non è mai veramente scomparso.




Nel cuore dell'Abruzzo si nasconde un guerriero di 2600 anni, scoperto per caso nel 1934 a Capestrano. Il Guerriero di Capestrano, oggi custodito nel Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo a Chieti, è molto più di una semplice statua: è una finestra aperta sul mondo degli antichi Vestini.

Questa straordinaria opera del VI secolo a.C. ci svela dettagli sorprendenti sulla vita dei nostri antenati. Ogni elemento del suo equipaggiamento racconta una storia: dalle lance alla spada, dall'ascia ai preziosi ornamenti come torques e armille.

Un corredo completo che ci rivela come si vestivano e combattevano questi antichi guerrieri italici.

Un tesoro unico nel suo genere, che rende Chieti custode di uno dei più importanti testimoni dell'arte italica pre-romana. Una testimonianza viva della nostra storia che continua a stupire visitatori da tutto il mondo


L'origine del mondo(L'Origine du monde) è un dipinto a olio su tela (46x55 cm) di Gustave Courbet, realizzato nel 1866 e conservato nel Museo d'Orsay di Parigi.

L'origine del mondo raffigura, con immediatezza quasi fotografica, un primo piano di una vulva femminile coronata da riccioli di peli pubici lunghi e neri. Il corpo della donna, adagiato lascivamente su un letto e parzialmente ricoperto da un lenzuolo bianco, è visibile solo dalle cosce (che, divaricandosi delicatamente, consentono la visione delle piccole labbra della vulva) al seno; l'inquadratura adottata da Courbet, infatti, omette il viso della modella, tagliato dai margini superiori del dipinto.

( Wikipedia )


È notizia del febbraio 2013, che la modella del dipinto altra non fosse che Joanna Hiffernan, vecchia conoscenza di Courbet e modella del pittore americano James Whistler, che la raffigurò nel dipinto The white girl, nel quale i capelli rossi della modella, stridevano con la predominanza di diverse sfumature di bianco.


CECCO ANGIOLIERI, Io son sì altamente innamorato

(Rime, XXXIII).

Io son sì altamente innamorato,
a la mercé d'una donna e d'Amore,
che non è al mondo re né imperadore
a cui volesse io già cambiar mio stato
ch'io amo quella a cui Dio ha donato
tutto ciò che convene a gentil core;
donqua, chi di tal donna è servidore
ben se pò dir che 'n buon pianeto è nato.
Ed ella ha 'l cor tanto cortese e piano
inver' di me, la mia gentile manza,
che, sua mercé, basciata li ho la mano.
E sì me diè ancor ferma speranza
che di qui a poco, se Dio me fa sano,
che compierò di lie' mia disianza.

Il nome del mese deriva dal latino februare, che significa “purificare” o “un rimedio agli errori”, dato che nel calendario romano febbraio era il periodo dei rituali di purificazione, tenuti in onore del dio etrusco Februuse della dea romana Febris, i quali avevano il loro culmine il giorno 14.

Secondo Varrone il termine deriverebbe dal Sabino februm, purificazione.





Tempo fa mi venne fuori questa creatura.

Me la ispirò un amico sacerdote che ora sta lasciando questo mondo.


Ambienti incantevoli AlUla ha diverse regioni ambientali distinte all'interno e tra le sue valli e montagne. Il fulcro è Wadi al-Qura - oggi la valle dell'AlUla - dove è stata creata l'oasi e vengono coltivate migliaia di palme da dattero. Ci sono anche altopiani di basalto a ovest; l'Harrat "Uwayrid, creato da flussi di lava vulcanica; Al-Raqqasat, un'area con stretti canyon alla deriva di sabbia; e Wadi Rum, un'ampia valle incorniciata da imponenti montagne, sabbia fine e saxaul bianchi.

Al-Aqra'a Questa montagna a nord della valle di AlUla, lungo uno storico percorso di pellegrinaggio, contiene più di 450 iscrizioni arabe risalenti al primo periodo islamico. Altre iscrizioni rimangono a est a Naqsh Zuhayr - tra cui una delle più antiche dell'era islamica, risalente al 24AH - rendendo Al-Aqra’a e le montagne circostanti un luogo prezioso per studiare lo sviluppo della lingua araba.



Ad AlUla in Arabia Saudita scoprirete una cultura straordinaria che, da sempre, permea tutti gli aspetti della vita.

Con una ricca storia che racconta 7.000 anni di civiltà vissute su un territorio che fu la culla di molti antichi regni, AlUla è stata a lungo crocevia di celebrazioni culturali e di coesione sociale, incarnando sempre la quintessenza dell’ospitalità araba.

Nell’Ashar Valley ad AlUla si trova lo spettacolare Maraya, l’edificio a specchi più grande del mondo. Questo capolavoro architettonico, il cui nome in arabo significa “specchio”, appare come un miraggio intrigante da lontano, da vicino e persino al suo interno. Un luogo straordinario e unico che ha già ospitato alcuni dei più importanti artisti ed eventi a livello mondiale, nonché esposizioni locali, regionali e internazionali di arte contemporanea. 

L’AlUla Old Town è stata meticolosamente restaurata in anni recenti, e qui, nella strada principale, ogni visitatore ha la sensazione di essere trasportato in un’antica fiaba araba.
Godetevi le celebrazioni culturali, compresa quella del festival annuale 'Winter at Tantora', gli spettacoli musicali, le performance teatrali immersive, gli eventi letterari e le parate, tutto volto a tenere vive le tradizioni.
Oppure ammirate semplicemente i bagliori del crepuscolo, passeggiando sulla strada principale, parlando con le persone che la vivono ogni giorno e curiosando tra i negozi per cercare souvenir autentici, di produzione locale. AlUla è rimasta un’oasi per il commercio, anche molto tempo dopo il sopraggiungere di fiorenti comunità nell’Arabia nord-occidentale lungo la Via dell’Incenso.

Durante tutto l’anno, i festival e gli eventi del calendario AlUla Moments riprendono vecchie tradizioni, riadattandole per gli odierni viaggiatori. Rigenerate la mente, il corpo e lo spirito con i più importanti esperti mondiali di yoga, meditazione e altre discipline all’AlUla Wellness Festival. O ammirate gli artisti pronti a farvi rivivere antiche tradizioni durante l’Ancient Kingdoms Festival... l’elenco è infinito, perché AlUla è sinonimo di infinita rigenerazione.


Pensieri sparsi

Mi sento esausta dalle parole, in eccesso, replicate all'infinito

tramite l'amara assistenza del web.

Spesso sono solo presenze vuote che non portano alcun beneficio, se non a chi le immette nel mondo virtuale.

Sfoghi? Forse.

Vanità poetiche? Anche.

Ma su tutto manca il silenzio, quello che genera parole autentiche...


Questa è una panoramica di Sacco, in provincia di Salerno, il paese dell'Alto Cilento dove mio marito ed io abbiamo scelto di vivere la nostra Terza Età. 

Abitiamo nel palazzo di mio suocera, facente parte di un monastero.








I mestieri artigianali esistenti tuttora in Sicilia sono quasi sempre espressione di una fusione tra tradizioni, saperi e culture diverse tramandatesi nel tempo. Molto diffusa nel Valdemone è stata ed è ancora la produzione di utensili di terracotta.

Tra i centri più importati ricordiamo Patti, S. Stefano di Camastra, Naso, Polizzi, Riposto e Collesano. L'argilla nel territorio di Patti, estratta dalle cave loca­li, si lavora sin da epoche preistoriche come dimostrano i numerosi reperti in cotto ritrovati nei quartieri romani dell'antica Tindari e nella villa romana di Patti Marina. Nei secoli scorsi «Patti divenne il centro di maggiore produzione ceramica della zona nord-orientale della Sicilia con una quantità sorprendente di manufatti pro­dotti negli "stazzi" della Marina dove esistevano ampie aree per stendere "le crete" in attesa della cottura. Dalle fornaci dei "pignatari" pattesi uscirono soprat­tutto oggetti di uso comune come testimonia una pre­ziosa collezione di circa 650 pezzi di vasellame pattese del '700, '800 e primi del novecento, custodita presso la villa Pisani di Patti Marina, sede della biblioteca comunale. Si trattava soprattutto di prodotti utilizzati per le con­serve ad uso domestico quali le originali e panciute "burnìe", esclusive della produzione pattese, i "cugni” a forma cilindrica, per la conservazione del pesce salato, le "cannate", brocche per il vino e per l'acqua, i "carused” i"bummuli","bauneddi".

 Grande diffusione ebbe­ro i piatti decorati destinati ad uso alimentare, nei quali il simbolo tipicamente più diffuso era quello del gallo.

Ma la fama maggiore della produzione pattese derivò dalla produzione delle cosiddette "pignate", da cui il famoso proverbio "avi a essiri di Patti la pignata pi fari la minestra sapurita" .

Una produzione assolutamente originale e unica, poi, era quella della "caffettiera", un termine che ritroviamo spesso nei documenti antichi sulle fornaci di Patti, proba­bilmente un vaso panciuto che presenta all'interno del collo un filtro in terracotta, utilizzato per vari tipi di infu­sione. Singolarità della produzione pattese era il decoro a spugnetta che utilizzava i colori ricorrenti del verde, del giallo, del rosso e del manganese, la tipica invetriatura di color nocciola, con cui veniva rivestito anche l'interno di pentole e giare.

L'attività delle fornaci riuscì a dare lavoro a centinaia di artigiani, operai, rivenditori e trasportatori dando un contributo notevolissimo all'economia del luogo.

I manufatti pattesi venivano poi imbarcati sui velieri ed esportati in molti arrivavano oltre che in tutte le coste siciliane anche a Trieste, Venezia, Tunisi, sulla costa sarda, napoletana, calabrese, in Africa, Grecia e a Malta con cui, in particolare, è stato un commercio di pentole sin dal 700.

SCRITTRICE FREELANCE AUTENTICA

Mariantonietta

Nel web mi firmo Marzia che fa riferimento al mese della mia nascita. Sono laureata in Lingue e letterature moderne; sono uno storico prestato al giornalismo con una passione per l'informazione, l'arte, il cinema e la lettura.

Ho 70 anni, vivo in provincia di Salerno e mi dedico alla scrittura freelance.

Due figli che mi han dato 4 nipotini.

Recensioni sul lavoro con me

Professionale e creativa, ha reso unico il mio progetto.

Chiara

Esperienza piacevole, mi ha aiutato a migliorare il mio testo.

Luca

Affidabile e puntuale, ha dato voce alle mie idee.

Carlo

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